Maltauro commissariata per la gara Sogin da 98 milioni. Anac: «Turbativa d'asta»

Pubblicato dal Sole 24 Ore - Ediliziae Territorio

Accolta dal prefetto di Roma la richiesta dell'Anac di commissariare l'appalto aggiudicato per 98 milioni di euro al raggruppamento di imprese inclusa la Giuseppe Maltauro Costruzioni. Il decreto firmato dal prefetto Giuseppe Pecoraro porta la data del 22 gennaio.
Più in particolare, la gara riuguarda l'appalto integrato (progettazione esecutiva e realizzazione) dell'impianto di cementazione di soluzioni liquide radioattive (Cemex) presso il sito Eurex di Saluggia-Vercelli. L'appalto è stato aggiudicato (con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa) dalla Sogin nel dicembre 2012 al raggruppamento guidato dalla Saipem con la Malaturo e la società francese Areva.

Alla base della richiesta dell'Anac (fatta nel dicembre 2014), il reato di turbativa d'asta, come ricostruito in modo circostanziato dal Gip di Milano in base ai fatti che vengono elencati nella documentazione diffusa dall'Anac (si vedano i link alla fine dell'articolo).

Pesa anche il precedente dell'Expo, nel quale si riconosce una linea di continuità nel comportamento dell'impresa. «Nella graduazione della gravità dei fatti - si legge tra l'altro nella richiesta dell'Anac alla Prefettura - non può non tenersi conto della circostanza che, come sopra evidenziato, la società in questione è riuscita ad aggiudicarsi altri appalti (quello relativo alle c.d. "Architetture di Servizio" e quello relativo alle "Vie d'acqua sud", nell'ambito del complesso delle attività connesse ad EXPO 2015) sempre grazie ad una turbativa d'asta e ad una mediazione corruttiva. Un dato, questo, che inconfutabilmente dimostra come la società abbia una rilevante capacità di ottenere illecitamente commesse pubbliche, facendo ricorso all'appoggio di intermediari e pubblici ufficiali diversi, disponibili ad assecondarne gli obiettivi illeciti. Il carattere tendenzialmente seriale delle condotte, anche in una prospettiva di appalti futuri, impone di optare per la più grave misura amministrativa».

L'appalto Sogin, dice l'Anac, «è stato oggetto di turbativa da parte degli indagati e la relativa aggiudicazione è proprio il risultato della loro attività illecita». Sono stati rilevati incontri con i rappresentanti della Sogin: «contatti reiterati, che sono sfociati in doni, collusioni e condizionamenti in favore dei pubblici ufficiali sopra citati» ed è emerso che «i sodali turbavano le procedure di gara e i procedimenti amministrativi al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente presso la Sogin S.p.A., in favore della Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro, tra cui il procedimento relativo all'appalto aggiudicato dalla Sogin S.p.A. al raggruppamento temporaneo di imprese Saipem (mandatario) e Maltauro (mandante)». Prima ancora dell'aggiudicazione è stata pattuito un versamento di 600mila euro «da corrispondersi da parte di Maltauro Enrico, in favore di Frigerio, Cattozzo e Grillo (della Sogin, ndr)».

Nel decreto firmato da prefetto, vengono nominati due amministratori straordinari (Giovanni Grazzini e Mario De Salve) e viene stabilita la gestione straordinaria dell'appalto, «in ragione della valenza strategica, anche per i profili di sicurezza e ambientale, sottesa agli stessi per la definizione delle opere relative all'impianto Cemex, presso il sito Eurex di Saluggia, in virtù della gravità dei fatti oggetto di indagine e delle particolari esigenze di tutela della legalità».

Appalti Expo, il 9 aprile il processo
Intanto il 9 aprile prossimo - presso la X sezione penale del Tribunale di Milano - si aprirà il processo che riguarda gli appalti dell'Expo. Sarà un processo col rito immediato a carico dell'ex responsabile del Padiglione Italia Antonio Acerbo, del consulente della Maltauro spa, Giandomenico Maltauro, e del dirigente della Tagliabue spa, Andrea Castellotti nell'ambito di un'indagine con al centro presunte irregolarità sull'appalto per le vie d'acqua e la darsena. Nel procedimento Expo 2015 spa è persona offesa dal reato di turbativa d'asta contestato agli imputati, assieme alla corruzione. Stando agli atti dell'inchiesta, Acerbo, che era anche sub commissario di Expo ed è stato arrestato lo scorso ottobre, avrebbe consegnato a Giandomenico Maltauro e ad Andrea Castellotti gli «atti progettuali definitivi e riservati attinenti alla procedura di appalto "Vie d'Acqua sud - Canale e Collegamento Darsena-Expo/Fiera"» sette mesi prima che venisse indetta da Expo 2015 spa la gara per quei lavori.

La gara venne poi vinta nel luglio del 2013 da un'associazione temporanea di imprese, di cui facevano parte le due aziende. Gli inquirenti hanno scoperto attraverso analisi informatiche che circa 7 mesi prima della gara per l'appalto (indetta l'8 marzo del 2013), e cioé il 29 agosto del 2012 e prima ancora che la Conferenza dei servizi di Expo avesse materialmente a disposizione gli atti, Acerbo avrebbe passato a Maltauro e Castellotti una chiavetta usb con dentro dei file con i documenti su tutti i progetti preliminari (che servivano per la stesura del bando) sulle "vie d'acqua" e sulla Darsena. Anche il figlio di Acerbo, Livio, sarebbe stato a conoscenza di questi dettagli: per questo la Procura gli contesta oltre al reato di riciclaggio anche quello di concorso in corruzione.

La lettera dell'Anac al Prefetto di Roma
Il decreto del prefetto di Roma

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