di Gian Luca Galletti - Ministro dell’ambiente
Martedì in Sardegna sono stato
avvicinato da esponenti di movimenti che protestavano contro
l’eventualità che il deposito nazionale delle scorie nucleari potesse
essere individuato in Sardegna.
A loro ho detto ciò che vado ripetendo in questi giorni in tutta
Italia e cioè che non e' stata scelta ancora alcuna area per il
deposito. Una decisione del genere non può essere assunta “nelle segrete
stanze” e imposta d’imperio ai territori e alle comunità.
E’ stata a suo tempo definita una procedura per la individuazione del
sito attraverso un iter trasparente e aperto al massimo coinvolgimento
di cittadini e istituzioni locali. Quella procedura è stata avviata e
sta andando avanti ma siamo ancora molto lontani dal momento in cui si
parlerà in concreto dei siti che potrebbero potenzialmente ospitare le
scorie.
In questo momento sono in corso le valutazioni tecniche dei ministeri
dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, sulla Carta Nazionale redatta
da Sogin che individua le aree potenzialmente idonee (alcune decine
dislocate in varie regioni italiane) seguendo i criteri dettati dalle
linee guida dell’Ispra, che agisce quale Autorità per la sicurezza
nucleare nazionale. Il testo, con le valutazioni dei due ministeri,
verrà poi trasmesso nuovamente a Sogin, che, dopo averlo adeguato alle
prescrizioni dei ministeri, lo renderà pubblico.
A quel punto tutti gli italiani conosceranno quali sono i siti che
secondo valutazioni tecnico-scientifiche sarebbero potenzialmente idonei
ad ospitare in sicurezza il deposito, come accade peraltro in tutti i
paesi europei. Si avvierà quindi una fase di consultazione pubblica
della durata di quattro mesi, cui prenderanno parte le regioni e gli
enti locali interessati, i rappresentanti dei cittadini e la comunità
scientifica.
Al termine di questa fase (orientativamente all’inizio del 2016) sarà
individuata una rosa ristretta di realtà locali tra quelle che,
rispondendo ai criteri tecnici previsti, avranno proposto la loro
candidatura.
Si prevede quindi che possano esserci territori, fra quelli
potenzialmente idonei che si propongano e che fra questi venga
effettuata la scelta.
Solo nel caso in cui non si dovesse registrare il necessario consenso
su un luogo verrà istituito un comitato interministeriale che, nel
rispetto delle osservazioni tecniche e del confronto con le realtà
territoriali, sarà chiamato a individuare la zona idonea.
L’obiettivo è quindi chiaramente quello di una scelta condivisa a
valle di un percorso trasparente d’intesa con le realtà locali
interessate. Questo è ciò che gli italiani si aspettano, questo è il
programma del Governo.
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