Scritto da Giorgio Nebbia
Nei
giorni 8 e 9 dicembre 2014 si è svolta a Vienna la Conferenza sull’impatto umanitario
delle armi nucleari, alla fine della quale l’Austria, paese ospitante, ha proposto
a tutti i paesi di firmare un “Impegno”, l’“Austrian Pledge”, di colmare il
vuoto giuridico che ancora impedisce il divieto e l’eliminazione delle armi
nucleari.
All’invito
hanno aderito finora 75 stati, fra cui la Santa Sede, San Marino e alcuni altri
paesi europei. Non l’Italia. Chiediamo ad alta voce che anche l’Italia aderisca
a tale “Impegno” e si attivi, nell’ambito della conferenza sulla vetrifica
dell’attuazione del Trattato di non proliferazione nucleare (New York, 27
aprile—22 maggio 2015), perché vengano concretamente avviate le procedure previste
dall’”Articolo VI” di tale trattato che impone ai paesi firmatari, fra cui
l’Italia, l’obbligo di prendere iniziative per arrivare al disarmo nucleare
“generale e completo”, “una volta per tutte”.
L’obbligo
del rispetto di tale “Articolo VI” è ribadito anche nella sentenza del 8 luglio
1996 della Corte Internazionale di Giustizia che ha riconosciuto la illegalità
dell’uso e della minaccia di uso delle armi nucleari.
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