Filippo Mele dalla Gazzetta del Mezzogiorno
SCORIE NUCLEARI. LA BASILICATA NON CI STA
“Grazie,
no. Abbiamo già dato all'Italia il nostro petrolio. Nessun sito
della Basilicata, perciò, sarà concedibile per il deposito delle
scorie radioattive. Nè ci sarà alcuna nostra autocandidatura”. Lo
ha dichiarato il presidente della Regione, Marcello Pittella, dopo il
rinfocolarsi delle polemiche sulla scelta dell'area dove sarà
realizzato il deposito unico dove stoccare le scorie nucleari del
Belpaese con annesso parco tecnologico. Polemiche scoppiate non solo
in Basilicata ma anche in altre regioni, segnatamente la Sardegna,
dopo che la Sogin, la spa interamente pubblica incaricata dal Governo
di progettare e realizzare le due strutture, ha consegnato, il 2
gennaio scorso, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee
(Cnapi) all'Ispra, l'Istituto nazionale deputato ai controlli in
materia di nucleare ed ambiente. Entro due mesi Ispra dovrà
consegnare la Cnapi, corredata dai suoi pareri, al ministero dello
Sviluppo economico per percorrere la road map disegnata per la
scelta del sito. Ed a proposito, il “governatore” ha ribadito:
“Siamo stati contro nel 2003 alla scelta di Scanzano Jonico, ed io
sono stato in prima fila in quella battaglia, e lo saremo anche nel
2015. Anzi, apprendo con favore dalla Gazzetta che Scanzano è fuori
dalla “Carta”. In cui, però, potrebbero esserci altri siti
lucani. Ma io non ho notizie ufficiali in merito. Mi attiverà subito
con Sogin, Ispra, e Governo, per avere dati inoppugnabili. La
Basilicata, tuttavia, ripeto, vuole essere tenuta interamente fuori
da questa scelta. Nè ci saranno nostre autocandidature”. Insomma,
“No” netto a priori come richiesto dagli ambientalisti lucani.
Pittella, altresì, non si è sottratto neanche da una riflessione
sulle accuse di alcuni esponenti No triv per i quali “l'ammuina”
sollevata sulle scorie nucleari non è altro che il tentativo di far
dimenticare il proliferare delle trivelle. “La nostra posizione
sulla questione è chiara: nessuna nuova concessione fuori dagli
accordi del 1998 con l'Eni e del 2006 con la Total. E no a trivellare
i nostri mari. Di più. L'interesse delle compagnie per l'oro nero
sta scemando. La stessa Total rinvierà di almeno un anno i suoi
interventi a Corleto Perticara”. Nessuna interferenza, infine, con
le proteste anti Tempa rossa di Taranto “pur se i tecnici hanno
asserito che la realizzazione dei depositi previsti nel progetto
porterebbe ad una riduzione dell'inquinamento nella città pugliese”.
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