ScanZiamo le Scorie è componente della Commissione scientifica.
Di seguito la sintesi del primo incontro tenuto a Roma il 5 novembre 2014.
Sintesi
Primo incontro della Commissione scientifica sul Decommissioning,
promossa dall’associazione “SI alle fonti rinnovabili, NO al nucleare”,
nella sala Fredda della sede regionale della CGIL di via Buonarroti 12 a
Roma.
5 novembre 2014
La riunione, iniziata alle 10,30 è stata introdotta da Massimo Scalia
che ha illustrato le ragioni e i fini della costituzione della
Commissione e ha sinteticamente focalizzato i punti all’ordine del
giorno dell’incontro.
Si sono poi tenute due relazioni introduttive, quali erano state richieste a Paolo Bartolomei e Roberto Mezzanotte.
Paolo Bartolomei, dopo una breve esposizione su come siano stati
gestiti gli esiti del nucleare negli ultimi 15 anni, ha passato in
rassegna lo stato della situazione legislativa attuale e i punti
critici. La legge attualmente in vigore, che regola il percorso per la
realizzazione del deposito nazionale, è il D.lgs n. 31 del 2010. Il
contesto nel quale è stato emanato è quello del tentativo del governo
Berlusconi di rilanciare il nucleare; pertanto il deposito doveva essere
un’infrastruttura organica a quel disegno, in grado di ospitare le
scorie di un parco nucleare di almeno 4 impianti. La normativa prevedeva
la realizzazione, nello stesso sito del deposito, di un parco
tecnologico che sviluppasse attività di ricerca sul ciclo del nucleare.
L’iter procedurale, mutuato dalla normativa francese per il siting
nucleare, era a tappe forzate e riservava uno spazio estremamente
limitato per informazione alla popolazione e condivisione delle
decisioni, praticamente nullo per ottenere modifiche delle decisioni
prese centralmente.
Non a caso il D.legs 31/2010 non conteneva alcun riferimento alla
procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), nonostante la
direttiva relativa a questa procedura fosse stata recepita nella
legislazione italiana nel 2006.
Nell’esporre una serie di punti critici Bartolomei ha rilevato come
non si sia sviluppata a fondo l’analisi di che cosa comporti la
convivenza di rifiuti di alta attività nello stesso sito dove sono
conservati quelli di bassa e media attività.
Roberto Mezzanotte ha chiarito il concetto di non rilevanza
radiologica, introdotto nella legislazioni italiana nel 2000. In
particolare nel nostro ordinamento ogni nuovo attività nucleare può
essere autorizzata solo se rispetta questo criterio per quello che
riguarda il limite di dose rilasciato alla popolazione; criterio che
rappresenta una salvaguardia invalicabile, in quanto non è stato finora
abrogato da leggi entrate successivamente in vigore.
Mezzanotte ha svolto un’analisi critica della guida tecnica 29
dell’ISPRA mettendone in luce alcuni aspetti contraddittori, come quando
non vengono indicate le distanze dai centri abitati, limitandosi alla
generica espressione “a distanze adeguate”, mentre i criteri adottati
sulla sismicità sono troppo stringenti e porterebbero all’esclusione
immotivata di molte zone del Paese.
Nella discussione, aperta subito dopo le due relazioni, sono
intervenuti Bardi, Bartolomei, Godio, Mattioli, Mezzanotte, Parisi,
Scalia e Stigliani.
Si è messo a fuoco un primo punto, già evidenziato nella relazione di
Bartolomei: con il referendum abrogativo l’opzione energetica nucleare è
stata cancellata, mentre col D.lgs n. 45 del 2014 di recepimento della
Direttiva 2011/70 Euratom si è invece lasciato sostanzialmente intatto
il D.lgs del 2010 e il suo iter procedurale, conservando così
l’imprinting di quegli anni anche nella struttura degli Enti preposti,
in primis la Sogin, facendo rinascere con quest’ultimo l’Agenzia per la
sicurezza nucleare, prevista nel 2009 nell’ambito del rilancio del
nucleare allora progettato.
La Commissione ha pertanto espresso
i) l’impegno di intervenire sul piano istituzionale proponendo le
necessarie modifiche normative e agendo di conseguenza per ottenerle.
Si è poi proseguito con una discussione panoramica sulle scorie
radioattive italiane prodotte con il ritrattamento del combustibile in
Francia e in Inghilterra e sui loro tempi e modalità di ritorno; sullo
stato dell’arte della gestione dei vari tipi di scorie radioattive in
siti di Paesi europei ed extra europei. In particolare si è parlato del
sito “geologico” profondo per il seppellimento delle scorie prodotte
dai reattori nucleari, quelle ad alta attività o con lunghissimi tempi
di dimezzamento. Il deposito per questo tipo di scorie in Svezia, che la
società SKB intende costruire a 500 metri sottoterra vicino
alla centrale di Forsmark e previsto operativo nel 2023, presenta alcune
caratteristiche favorevoli: una bassa densità demografica nelle aree
interessate e la natura granitica della rocce precambriane dello “Scudo
Baltico”, stabile da centinaia di milioni di anni. Al di là di aspetti
più generali o di argomentazioni che pure sono state sollevate, la
Commissione, ha rilevato che caratteristiche di quel tipo non sono
presenti in nessuna area italiana ed è stata concorde nella
ii) esclusione di un sito geologico profondo in Italia, come sede
di un deposito per le scorie di III^ categoria (classificazione
italiana).
Si è rilevato che nel dibattito sul deposito è emersa anche a livello istituzionale un’impostazione del tipo: un solo deposito superficiale nazionale, definitivo per le scorie di I^ e II^ categoria, temporaneo
per la III^ categoria e per il combustibile residuo; dove con
“temporaneo” si intende esplicitamente il periodo di tempo, da misurare
in decadi, che servirà – anche quello della ricerca fondamentale – per
trovare una soluzione tecnologica e logistica in grado di garantire il
massimo livello di sicurezza.
A proposito di questa impostazione la Commissione ha ritenuto che
iii) non si possa in generale scaricare su altri Paesi il
problema del deposito delle scorie prodotte dall’attività nucleare
esercita in Italia;
e ribadito di
iv) fare della gestione delle scorie radioattive italiane oggetto
di indagine e discussione approfondite, sia al suo interno che con
altri organismi tecnico-scientifici, istituzionali, associativi e dei
cittadini come stake holders.
La Commissione ha rilevato che la previsione normativa del “parco tecnologico”
come “dotazione” del sito del deposito è frutto della scelta politica
del “rilancio del nucleare”, inappropriata quindi al contesto
determinato dal risultato referendario del 12 giugno 2011. Ed ha
concordato che
v) dovranno essere gli enti territoriali interessati a decidere se e quali infrastrutture vorranno associare al deposito.
E’ stato ricordato l’obbligo per tutto i Paesi UE di predisporre un
programma nazionale sulla gestione dei rifiuti radioattivi con una prima
scadenza fissata dal D.lgs 45/14 al 31 dicembre 2014. Il piano deve
essere oggetto di una larga consultazione e la scadenza ultimativa per
la trasmissione alla commissione UE è il 23 agosto del 2015. Sui
contenuti del programma e su tutta la procedura la Commissione si
impegna a
vi) Intervenire nel merito, favorendo al massimo la partecipazione dei cittadini e il confronto tecnico-scientifico.
La Commissione ha poi concordemente ribadito che per la procedura
d’individuazione del sito del deposito deve assommare caratteristiche di
democrazia delle decisioni e di qualità tecnico-scientifica:
vii) a) Sul piano sociale e politico: la trasparenza e
completezza dell’informazione alle popolazioni interessate e delle
decisioni, il coinvolgimento pieno nelle decisioni di tutte le
istituzioni territoriali e locali, a partire da quelle elettive;
b) Sul piano tecnico-scientifico: 1. ricerche e
studi i più esaustivi, volti a completare il buon lavoro che era stato
fatto per l’individuazione dei siti: Commissione Bicamerale d’Inchiesta
Scalia (1999), Commissione Regioni-Governo Cenerini (2000), Libro bianco
MAE (2001); 2. qualificazione tecnica del sito, come prevista dalle procedure di ogni segmento dell’attività nucleare.
La Commissione si è infine trovata d’accordo sul ritenere fondamentale
viii) il criterio di non rilevanza radiologica attualmente vigente nella legislazione italiana
e quindi nel sottolineare che
ix) anche il deposito dovrà essere progettato in maniera da rispettare questo criterio.
La riunione della Commissione si è conclusa alle 14. Fanno parte
integrante della sintesi gli interventi scritti, allegati, di Gian Piero
Godio e Pasquale Stigliani.
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