Pubblicato dal Fatto Quotidiano.it
Tre senatori Cinque Stelle scrivono al Presidente della Repubblica. "Non
firmi il decreto di nomina di Antonio Agostini". Da quattro mesi
l'incarico governativo è in stallo, in attesa di notizie da Procura di
Roma e Corte dei Conti. Il Capo dello Stato eredita dal predecessore la
decisione da prendere con il rischio di sottoscrivere un nome
compromesso dall'inchiesta penale sui fondi comunitari
“Signor Presidente, non firmi quella nomina”. Firmato, M5S. Nell’aria c’è l’incontro con il leader Grillo, ma la prima petizione a Sergio Mattarella
firmata Cinque stelle riguarda la vicenda della nomina a presidente
dell’Ispettorato nucleare del direttore generale del Ministero
dell’Ambiente Antonio Agostini, avanzata a ottobre dal consiglio dei Ministri e rimasta in pentola dopo le rivelazioni
del Fatto di un’inchiesta penale a suo carico per abuso d’ufficio e
turbativa d’asta legata alla gestione dei fondi comunitari quando era
direttore generale del Ministero Istruzione Università e ricerca (Miur).
A firmare l’appello sono i senatori Girotto, Castaldi e Petrocelli
che avevano votato “no”, insieme ai colleghi di Sel, quando le
commissioni di Camera e Senato diedero parere favorevole all’incarico.
La notizia dell’indagine e le inchieste de Ilfattoquotidiano.it
avevano indotto il ministro dell’Ambiente Galletti a valutare il passo
indietro, anche su pressione degli ambientalisti del Pd che rilevavano
la mancanza di competenze specifiche come richiesto dalla legge
istituiva della nuova agenzia. Da allora la nomina è rimasta
“congelata”, lasciando scoperta la casella di comando nel pieno travaso
dalla vecchia Sogin alla nuova Isin. Nel frattempo, una serie di
iniziative per sensibilizzare il governo a prendere una decisione sul
caso, anche a costo di ammettere l’errore di valutazione.
A novembre altri avevano rivolto analoga richiesta a Giorgio Napolitano. Ma non c’era stato alcun seguito. “Non la firmi”, hanno chiesto gli storici ambientalisti Massimo Scalia e Gianni Mattioli, insieme al fisico Giorgio Parisi e a Vittorio Bardi,
presidente dell’associazione “Sì alle energie rinnovabili No al
nucleare”. Era anche partita una raccolta firme su Change.org
all’insegna del “Presidente non firmi”. Ora il Presidente è cambiato e
il discorso rivolto al Parlamento, ispirato ai temi della legalità e
della difesa del patrimonio ambientale ha destato nuove speranze di
ricevere almeno una risposta dal Quirinale, chiamato a ratificare il
decreto di nomina qualora il Consiglio dei Ministri procedesse. Così la
lettera (leggi la versione integrale) dei senatori grillini – al momento – risulta la prima iniziativa indirizzata al nuovo Capo dello Stato.
“L’Ispettorato e il suo Direttore – scrivono i parlamentari Cinque
Stelle – dovranno sovrintendere a scelte che avranno importanti
conseguenze sulle future generazioni, la messa in sicurezza dei lasciti
nucleari, la localizzazione, la realizzazione e le attività del
deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. Una infrastruttura che
custodirà la pesante eredità della stagione nucleare italiana, che
funzionerà almeno 300 anni (un periodo che copre 15
generazioni). Da qui, l’affondo: “La proposta di Agostini non risponde
alle caratteristiche della legge, il suo cv non comprende le competenze
che la legge individua”. E sui requisiti di onorabilità pesa ancora
l’indagine sui fatti del Miur relativi al 2011: “In un rapporto degli
ispettori della Ragioneria Generale dello Stato in merito al lavoro di
direzione espletato al Ministero dell’Istruzione da Antonio Agostini,
nel quale verrebbe espresso questo giudizio: “Inadeguato a gestire
programmi così complessi (…),con profili di illegittimità suscettibili
di determinare una configurazione di danno erariale e circostanze
penalmente rilevanti”.
Antonio Agostini, raggiunto al telefono, si dice
fiducioso in un rapido chiarimento degli addebiti e in una prossima
convalida dell’incarico da parte del Consiglio dei Ministri. “Non ho
ricevuto comunicazioni in proposito”. Se e quando avverrà, quello sarà
un banco di prova per il nuovo Presidente, che potrebbe trovarsi a
ratificare una nomina contestatissima dalle opposizioni ma difesa dalla
maggioranza, su cui incombono le decisioni della Procura.
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